Memorie d’inciampo per ricordare le vittime della Seconda Guerra Mondiale

Sampietrino © ph Valentina Cinelli

Roma: sanpietrini nei Municipi per ricordare i deportati

L’artista tedesco Gunter Demnig torna a Roma per la seconda edizione dell’iniziativa “Memorie d’inciampo a Roma” e il 12 e il 13 gennaio coinvolge i municipi I, Centro Storico; II, Flaminio, Parioli, Pinciano, Salario, Trieste; III, Castro Pretorio, Nomentano, Tiburtina; XI, Appio, Ostiense, Ardeatino e XVII, Borgo, Prati, Balduina, dove posiziona 54 Stolpersteine (pietre d’inciampo) per ricordare deportati razziali e politici. “Memorie d’inciampo a Roma” è un progetto artistico animato da ragioni etiche, storiche e politiche.

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Memorie d’inciampo per ricordare le vittime della Seconda Guerra Mondiale

Nel 1990, al cospetto di una signora che nega che a Colonia nel 1940 siamo stati deportati 1000 sinti come prova generale per gli ebrei, l’artista tedesco Gunter Demnig decide di dedicare il suo tempo e il suo impegno alla memoria di tutti i deportati, razziali, politici e militari, in tutto il mondo. Escogita una soluzione di sorprendente discrezione: un semplice sampietrino, come i tanti che pavimentano le strade delle nostre città, reca incisi, sulla superficie superiore di ottone lucente, pochi dati identificativi: nome e cognome, data di nascita, data e luogo di deportazione, data di morte in un campo di sterminio nazista. Il progetto, a cura di Adachiara Zevi, si avvale di un comitato scientifico composto dagli storici Anna Maria Casavola, Annabella Gioia, Antonio Parisella, Liliana Picciotto, Micaela Procaccia e Michele Sarfatti e si svolge sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, ed è promosso da Aned (Associazione Nazionale ex Deportati), Anei (Associazione Nazionale ex Internati), Cdec (Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea), Federazione delle Amicizie Ebraico Cristiane Italiane, Museo Storico della Liberazione. Il lavoro di Denmig sulla memoria delle persone scomparse a seguito di deportazione inizia nel 1993 con una ricerca su cittadini rom e sinti, mentre le prime Stolpersteine compaiono nel 1995 a Colonia; fino ad oggi ne sono state posizionate oltre 22.000 in Germania, Austria, Ungheria, Ucraina, Cecoslovacchia, Polonia, Paesi Bassi e Italia, per testimoniare dell’esistenza di cittadini scomparsi a seguito delle persecuzioni naziste: ebrei, politici, militari, rom e omosessuali. Pensare di collocare tanti sampietrini quanti sono i deportati è impresa titanica: Demnig ha il merito di aver avviato il progetto nel 1993 e di dedicare a esso tutto il suo tempo e la sua attività di artista. Oggi gli Stolpersteine (pietre d’inciampo) sono già 22.000, in 7 paesi europei. Il 28 gennaio 2010 anche l’Italia è entrata a far parte di questo grande circuito della memoria. 30 sampietrini, dedicati a ebrei, politici e carabinieri, sono stati installati in sei quartieri di Roma. Alla cerimonia che ha accompagnato la messa in posa delle pietre hanno partecipato in tanti: i Presidenti dei Municipi, il Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna, il Presidente della Comunità Ebraica di Roma Riccardo Pacifici, i parenti dei deportati sopravvissuti, i ragazzi delle scuole che hanno lavorato al progetto didattico, l’attrice Ottavia Piccolo che ha voluto condividere l’iniziativa leggendo dei brani. Ogni Stolpersteine viene finanziata da chi la richiede con 100 euro. Contemporaneamente alla posa delle pietre, lo sportello aperto da Stefano Gambari presso la Casa della Memoria e della Storia raccoglie le richieste di chi vuole ricordare con una Stolpersteine familiari o amici deportati; si crea così una mappa urbana della memoria. A questo si affianca anche un progetto didattico che affida alle scuole di ogni Municipio la ricerca storica sui deportati alla cui memoria sono dedicati i sampietrini, con la collaborazione e il sostegno del Progetto Memoria della Fondazione Cdec e dal Centro di Cultura Ebraica della Comunità Ebraica di Roma, della Fnism (Federazione Nazionale Insegnanti) – Sezione Roma e Regione Lazio, dall’Irsifar (Istituto Romano per la Storia d’Italia dal Fascismo alla Resistenza), dalla sezione didattica del Museo Storico della Liberazione di Via Tasso.

Arianna Adamo

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