All’Angelo Mai, Danilo Nuccetelli

Sampietrino © ph Valentina Cinelli

Corriere della Sera – cronaca Roma, 26 maggio 2006

Nel pomeriggio di ieri, all’Angelo Mai, Danilo Nuccetelli, assessore del Primo Municipio, ha coordinato un dibattito con Giorgio Muratore sul tema «Dove andranno a finire i sampietrini?». Nei panni di puro e semplice utente-cavia, mi ero espresso a favore della superficie asfaltata, ma nel frattempo ho preso conoscenza di un ricco dossier preparato da Nuccetelli e sviluppato da Ludovica Cibin nel volume «Il selciato romano» (Gangemi). Tali ricerche dimostrano sia che è possibile disporre dei materiali originali (i magazzini comunali sono pieni di milioni di sampietrini rimossi dalle strade di Roma, e la cava di selce di Laghetto di Montecompatri tuttora attiva), sia che esistono ancora professionisti capaci di scavare e posare i pezzi secondo precise tecniche. Ma non è tutto, spiega Nuccetelli in vari siti. Infatti, in molte città del nord europeo si incontrano splendide strade e piazze selciate. Gli Champs-Elisées, per esempio, sostengono un traffico enorme, e riescono addirittura a tollerare la sfilata dei carri armati del 14 luglio, rimanendo integri. Per i suoi sostenitori, il pavé sarebbe insomma superiore al bitume, oltre che per l’indiscusso vantaggio estetico, anche da un punto di vista funzionale. Tutto questo, però, ad una condizione imprescindibile: essere collocato a regola d’arte, cosa purtroppo, per loro stessa ammissione, finora mai accaduta lungo i tratti stradali realizzati a Roma negli ultimi anni. Che dire?
Malgrado i nuovi dati, e nonostante la mia incompetenza, non riesco a cambiare opinione. Cambiano, tuttavia, le motivazioni, che finiscono per diventare molto simili a quelle per cui diffido del nucleare. Mi spiego. Dobbiamo fare i conti con una società segnata da speculazione, corruzione, inaffidabilità, e, nei casi migliori, distrazione. Proprio per questo, posso ammirare un bel selciato in Olanda, fatto con tutte le dovute cure, così come una centrale atomica francese, dotata di impeccabili programmi di manutenzione. Da noi, però, no, grazie. Credo bastino e avanzino manti d’asfalto e impianti eolici, ossia sistemi facilmente controllabili anche col nostro scarso senso civico. Non resta che prenderne atto, rassegnandoci al fatto che, sognando il meglio, rischiamo solo di provocare il peggio