I sampietrini non reggono il peso del traffico veicolare pesante

FALSO

FALSO – I sampietrini, delle giuste dimensioni (12x12cm. di testa, 18cm di altezza, 7x7cm di coda), se montati “a regola d’arte”, con una corretta dimensione dei giunti e con una sigillatura per così dire “elastica”, in modo da permettere piccoli spostamenti prodotti dalle sollecitazioni indotte dai pneumatici, risultano avere una eguale, se non maggiore, capacità di resistenza al traffico rispetto all’asfalto.

I sampietrini trasmettono ai palazzi le vibrazioni dovute al traffico veicolare pesante

FALSO

FALSO – L’allettamento in arena, e non su di un massetto in cls armato con rete elettrosaldata come è oggi, consente piccoli spostamenti dei sampietrini durante il passaggio dei veicoli, permettendone la riassunzione della posizione di equilibrio originaria, ed attutendo la distribuzione delle tensioni agli elementi adiacenti, eliminando, in questo modo, il problema delle vibrazioni, come avviene per esempio in Via Petroselli in cui gli edifici non subiscono alcun tipo di sollecitazione.

Le strade in sampietrini si riempiono prima di buche rispetto a quelle in asfalto

FALSO

FALSO – Per ciò che riguarda la presenza di buche ed avvallamenti sui selciati, i risultati di una ricerca dell’Università di L’Aquila, hanno dimostrato la stretta correlazione tra degrado delle pavimentazioni storiche (in termini di avvallamenti e cedimenti) con il numero dei sottoservizi impiantistici presenti, poiché l’elevata presenza di sottoservizi favorisce il dissesto delle pavimentazioni a causa dei lavori legati all’apertura della trincea ed alle successive operazioni di ripristino della pavimentazione, e che questo problema accomuna sia le pavimentazioni in sampietrino sia in asfalto. L’unico fenomeno prodotto, al lungo andare, dall’attrito radente provocato dai veicoli sul selciato, consiste nell’arrotondamento della testa dei selci e non in un loro dissesto. Consideriamo pure che in Via Nazionale è dal 1994 che non viene effettuata alcun tipo di manutenzione!

Il sampietrino è meno dannoso per la salute rispetto all’asfalto

VERO

VERO – Il sampietrino è sicuramente un elemento costruttivo molto più ecologico rispetto all’asfalto bituminoso, poiché permette di “lasciar respirare il terreno” grazie agli spazi tra un blocco e l’altro e, sottoposto a calore intenso, non rilascia pericolosi fumi nocivi per la salute, in quanto costituito esclusivamente da pietra naturale (leucitite melilitica) derivante direttamente dalle cave.

“La scarsa presenza di suolo non ricoperto da asfalto e di alberi in città comporta inoltre una minore evapotraspirazione, cioè il passaggio dell’acqua dal terreno all’aria allo stato di vapore, reso possibile dalla traspirazione delle piante e dalla diretta evaporazione della parte umida del suolo. Questo processo consente di assorbire calore dall’ambiente e contribuisce quindi alle variazioni della temperatura.” (via ilpost.it)

Tutte le strade di Roma sono ricoperte di sampietrini

FALSO

FALSO – A Roma, la percentuale della rete stradale urbana caratterizzata dalla pavimentazione in Sampietrini è piuttosto bassa (circa 2%), ma presenta comunque un’intera estensione pari a circa 100 km, che non può essere trascurata in un PMS (Pavement Management System) adeguato e ottimizzato.
Inoltre, queste pavimentazioni non solo costituiscono un importante patrimonio storico della città di Roma, ma si trovano anche nelle zone più visitate e prestigiose di Roma. (via)

Extension of Sampietrini pavements (in red) within the urban road network of Rome.
Extension of Sampietrini pavements (in red) within the urban road network of Rome.

Conclusioni

Il sampietrino, come ribadito da molti esponenti del mondo culturale, rappresenta per quanto detto finora la “faccia orizzontale” della città e, parimenti alle facciate degli edifici storici, va tutelato come un bene storico ed architettonico, come già previsto dalle disposizioni della legge n. 1089 del 1939 che prevedevano, fra l’altro, la conservazione nei centri storici delle pavimentazioni originarie, ai sensi del D.L.vo n. 42 del 22 gennaio 2004 (Codice dei Beni culturali e del paesaggio).

Ultimamente vengono utilizzati, per le pavimentazioni pedonali, dei selci non provenienti dalle cave dei Colli Albani, addirittura importati da paesi asiatici, costituiti da materiale lapideo qualitativamente scadente e che ciò spesso comporta una immediata frantumazione degli elementi appena sollecitati anche solo dal passaggio pedonale.