Via Nazionale, addio sanpietrini

Sampietrino © ph Valentina Cinelli

Via Nazionale, addio sanpietrini
Repubblica — 03 settembre 2004 pagina 1 sezione: ROMA

VIA Nazionale, si cambia. Sanpietrini addio, solo una piccola striscia ai lati, come ricordo e abbellimento, asfalto fonoassorbente e marciapiedi impreziositi da lastre di basalto. Così la storica strada che alla fine dell’ Ottocento rappresentò l’ asse dal Centro alla stazione centrale della Capitale sfilando tra una corona di palazzi umbertini, si appresta ad essere ridisegnata. «Se non ci arriverà il prolungamento del tram 8, che è molto in forse» afferma l’ assessore ai Lavori Pubblici Giancarlo D’ Alessandro «penso ad un progetto affidato ad un tecnico di grande valore, che immagini un rifacimento della via, valorizzando i marciapiedi attraverso l’ uso dei materiali e degli arredi urbani e progettando un sedime stradale di alta qualità, elastico, tale da assorbire le forti vibrazioni del traffico locale, che vanta il record di 190 autobus che passano ogni ora». è solo il caso più clamoroso di un progetto che pian piano sta cambiando il volto delle strade romane di grande scorrimento, eliminando gli antichi sanpietrini, incapaci di assorbire forti pesi e destinati a far migliore sfoggio di sé nelle piazze pedonalizzate in Centro e in periferia. Un’ operazione sistematica. Si è cominciato con via Appia Nuova, nel tratto da piazza Cantù a via Cesare Baronio, e si è continuato con via Nemorense, da piazza Vescovio a piazza Verbano. E poi via Casilina, da via di Centocelle a via dei Due Allori, e via Tiburtina, da via di Portonaccio a via di Galla Placidia. E l’ opera continua. Con via Mormorata, lo stradone da lungotevere alla Piramide, dove si stanno concludendo i lavori, con via Po, dove si aprono i cantieri, e prossimamente con via Luisa di Savoia. In seguito si passerà a viale Somalia e gradualmente le strade saranno meno insidiose. In sostituzione dei sampietrini si è scelto un materiale fonoassorbente di buona qualità che garantisca una riduzione delle vibrazioni ed una maggiore efficienza del manto stradale. «Ma i sanpietrini» spiega D’ Alessandro «fanno parte del patrimonio della città e vanno valorizzati, senza sacrificarli, sull’ altare di un conservatorismo irrazionale, in strade dove non solo non sono godibili, ma generano scarsa sicurezza per moto e biciclette in caso di pioggia e difficoltà di manutenzione». «I sanpietrini rimossi» conclude l’ assessore «vengono gelosamente recuperati e custoditi, visto che sono praticamente introvabili, per utilizzarli nelle aree storiche della città, come ci stiamo accingendo a fare per lo stesso Campidoglio». – PAOLO BOCCACCI