Raccolta firme per salvare i sampietrini di via Nazionale

Sampietrino © ph Valentina Cinelli

5 febbraio 2008

Petizione rivolta al presidente della Repubblica e sostenuta da Italia nostra, associazioni di residenti e Sampietrino.it

Ad un mese dall’inizio dei lavori per la rimozione dei sampietrini di via Nazionale, il fronte “no asfalto” lancia l’ultima battaglia per la difesa della pavimentazione in porfido rosa della storica arteria del centro storico della capitale: la raccolta firme per la petizione rivolta al presidente della Repubblica per fermare l’apertura del cantiere.

Nel testo si chiede al capo dello Stato di intervenire sulle autorità comunali per modificare il progetto di restyling della via. L’iniziativa è promossa dal comitato “Difendo il sampietrino” che riunisce sotto un’unica sigla tutte quelle realtà che da anni si battono per la tutela del tipico selciato romano, tra le quali: “Agenzia per la città“, “Italia Nostra“, “Comitato residenti Via Nazionale e dintorni“, “Associazione Via Merulana per l’Esquilino ed i Rioni“, “Associazione abitanti del Centro Storico” e “Associazione di strada Campo Marzio“.

Sampietrino.it si è offerto di diventare il “Banchetto virtuale” per raccolta firme sul web. Le firme raccolte sul web saranno considerate ufficialmente valide solo se accompagnate da un indirizzo di posta elettronica funzionante.

Per contattare o per aderire al comitato promotore della raccolta firme e per saperne di più su quest’iniziativa, è possibile inviare una mail all’indirizzo difendoilsampietrino@sampietrino.it

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Conferenza stampa per lancio campagna raccolta firme per fermare i lavori di rimozione dei sampietrini da via Nazionale


Hanno partecipato

  • l’architetto Alfredo Donati (presidente comitato “difendo il sampietrino” e vicepresidente dell’associazione culturale “Agenzia per la Città”, associazione per lo studio della città e del territorio)
  • Gemma Mezza, consigliere “Italia Nostra” , associazione per la tutela del patrimonio storico, artistico e naturale
  • il comitato residenti via Nazionale;
  • l’architetto M. Macetelli (presidente associazione Abitanti del Centro Storico);
  • Luciana Gasparini (presidente associazione via Merulana per l’Esquilino)
  • Vittorio Banchetti (presidente associazione di strada Campo Marzio);
  • Valentina Cinelli di sampietrino.it;
  • le associazioni del territorio;
  • le associazioni ambientaliste;
  • i commercianti e i residenti, oltre ai rappresentanti delle istituzioni.

Inoltre, erano presenti

  • Marco Marsilio, capogruppo di Alleanza nazionale al comune di Roma
  • Federico Mollicone: capogruppo di An in I Municipio – Centro Storico

Il sito sampietrino ha raccolto 144 firme.

romauno.tv

video news 05/02/2008 ore 16:58

Salviamo i sampietrini


Il testo completo della petizione

AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Considerato che

il Comune di Roma intende smantellare la pavimentazione in sampietrini sostituendola con l’asfalto da molte strade di Roma, come Via Nazionale o Via Santa Croce in Gerusalemme, adducendo motivazioni di ordine tecnico e sostenendo che i sampietrini non sono adatti alle vie di alto scorrimento poiché non reggono il peso del traffico veicolare.

Considerato che

le motivazioni addotte sono state confutate nel corso del convegno “Il sampietrino e la città” dello scorso 8 maggio in cui, tecnici ed esperti di fama internazionale come Paolo Portoghesi e Giorgio Muratore, hanno affermato esattamente il contrario, cioè che i sampietrini, delle giuste dimensioni (12x12cm. di testa, 18cm di altezza, 7x7cm di coda), se montati “a regola d’arte”, con una corretta dimensione dei giunti e con una sigillatura per così dire “elastica”, in modo da permettere piccoli spostamenti prodotti dalle sollecitazioni indotte dai pneumatici, risultano avere una eguale, se non maggiore, capacità di resistenza al traffico rispetto all’asfalto.

Considerato che

Per le strade di traffico intenso, l’allettamento dei sampietrini viene realizzato su di un massetto in cls armato con rete elettrosaldata e che questa soluzione, spesso considerata migliore, in quanto eviterebbe cedimenti differenziali tra le parti sollecitate dal traffico, comporta però, sicuramente una maggiore, se non una amplificazione, delle vibrazioni prodotte dai mezzi pesanti trasmettendole agli edifici più prossimi, in quanto il massetto, elemento rigido, viene realizzato in aderenza ai fabbricati.

Considerato che

Differentemente, l’allettamento in arena consente piccoli spostamenti degli elementi durante il passaggio dei veicoli, permettendone, con un meccanismo tipo pendolo rovescio, la riassunzione della posizione di equilibrio originaria, ed attutendo la distribuzione le tensioni agli elementi adiacenti, eliminando, in questo modo, il problema delle vibrazioni, come avviene per esempio in Via Petroselli in cui gli edifici non subiscono alcun tipo di sollecitazione.

Considerato che

Per ciò che riguarda la presenza di buche ed avvallamenti sui selciati, i risultati di una ricerca pubblicata, effettuata dall’Università di L’Aquila, riguardante le pavimentazioni in porfido, calcare e lava presenti nel centro storico di L’Aquila, hanno dimostrato la stretta correlazione tra degrado delle pavimentazioni storiche (in termini di avvallamenti e cedimenti) con il numero dei sottoservizi impiantistici presenti e con le discontinuità profonde del sottofondo delle pavimentazioni, poiché l’elevata presenza di sottoservizi favorisce il dissesto delle pavimentazioni a causa dei lavori legati all’apertura della trincea ed alle successive operazioni di ripristino della pavimentazione, e che questo problema accomuna sia le pavimentazioni in sampietrino sia in asfalto.

Considerato che

L’unico fenomeno prodotto, al lungo andare, dall’attrito radente provocato dai veicoli sul selciato, consiste nell’arrotondamento della testa dei selci e non in un loro dissesto.

Considerato che

Per la riqualificazione delle strade e piazze del centro storico vengono utilizzati selci di recupero, prelevati da strade, poi asfaltate, situate al di fuori del suddetto centro storico e che gli elementi vengono divelti e ricollocati nella nuova sede senza subire alcuna rilavorazione ed integrati con elementi nuovi, per di più guide, di provenienza estranea alla tradizione romana.

Considerato che
In passato, nei Magazzini Comunali di Testaccio, venivano effettuate le rilavorazioni degli elementi usurati, consistenti nella riquadratura, la rintestatura, la rifilatura, lo sbassamento e la profilatura, che queste lavorazioni, apportate sui selci usurati, venivano effettuate per regolarizzarne le superfici, ripristinandone la funzionalità, e che i selci usurati, quindi, venivano ricollocati sulle strade assumendo una rinnovata funzionalità.

Considerato che
Tutta questa mancata opera di manutenzione ordinaria, che in alcuni casi non viene effettuata da più di dieci anni, produce sulle strade in sampietrini i dissesti che i cittadini ben conoscono.

Considerato che
La pavimentazione in selci ha bisogno di una manutenzione più dilazionata nel tempo rispetto all’asfalto che, a sua volta, necessita di interventi più frequenti senza i quali non garantirebbe una corretta funzionalità.

Considerato che
Il sampietrino è sicuramente un elemento costruttivo molto più ecologico rispetto all’asfalto bituminoso, poiché permette di “lasciar respirare il terreno” grazie agli spazi tra un blocco e l’altro e, sottoposto a calore intenso, non rilascia pericolosi fumi nocivi per la salute, in quanto costituito esclusivamente da pietra naturale (leucitite melilitica) derivante direttamente dalle cave.

Considerato che
La confutazione delle motivazioni tecniche addotte dal Comune di Roma dimostra un particolare accanimento “culturale” verso la tipica pavimentazione in selci.

Considerato che
La pavimentazione in sampietrini ci parla innanzitutto della geologia e della storia del territorio su cui è fondata Roma. I selci romani sono infatti frammenti di quella lava, effusa dall’antico Vulcano Laziale dei Colli Albani, che è stata spaccata a colpi di mazza dai selciatori in pezzi di varie forme e dimensioni e disposta dai selciaroli sulle sedi stradali romane.

Considerato che
La pavimentazione in selce, a Roma, esiste dall’epoca Repubblicana ed Imperiale, da quando si incominciò a pavimentare le strade più importanti con pezzi di forma pentagonale e di grandi dimensioni (i basoli), per proseguire in epoca Medioevale e Rinascimentale con elementi più piccoli di forma irregolare, simili a scaglie di selce, più facili da trasportare e maneggiare.

Considerato che
Il periodo dell’Illuminismo ha introdotto una pavimentazione formata dagli stessi elementi in selce, ma dalla forma regolare, “standardizzata”, con l’uso di blocchetti dalle dimensioni prefissate e con la creazione del tipico sampietrino come noi lo conosciamo.

Considerato che
Il sampietrino, come ribadito da molti esponenti del mondo culturale, rappresenta per quanto detto finora la “faccia orizzontale” della città e, parimenti alle facciate degli edifici storici, va tutelato come un bene storico ed architettonico, come già previsto dalle disposizioni della legge n. 1089 del 1939 che prevedevano, fra l’altro, la conservazione nei centri storici delle pavimentazioni originarie, ai sensi del D.L.vo n. 42 del 22 gennaio 2004 (Codice dei Beni culturali e del paesaggio).

Considerato che
Utilizzare il sampietrino esclusivamente per le zone pedonali del centro storico ed eliminarlo dalle strade della periferia equivale a decretare una classifica tra le diverse zone di Roma a discapito, ovviamente, di quelle periferiche.

 

Considerato che
Ultimamente vengono utilizzati, per le pavimentazioni pedonali, dei selci non provenienti dalle cave dei Colli Albani, addirittura importati da paesi asiatici, costituiti da materiale lapideo qualitativamente scadente e che ciò spesso comporta una immediata frantumazione degli elementi appena sollecitati anche solo dal passaggio pedonale.

Considerato che
La politica sui sampietrini intrapresa dal Comune di Roma sta portando alla scomparsa di antichi mestieri artigianali quali i selciatori ed i serciaroli, senza le cui capacità e professionalità sarà impossibile in futuro realizzare strade con il tipico selciato.

I CITTADINI ROMANI

Per i motivi espressi in premessa

CHIEDONO AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

di intervenire sulle autorità comunali al fine di salvaguardare Via Nazionale, facendo modificare il progetto di eliminazione totale o parziale dei sampietrini con una nuova posa fatta a regola d’arte e facendo garantire un piano di manutenzione a tutela della residenzialità e dell’immagine di Roma.