I Sampietrini, camminando per le vie di Roma

di Caterina Saracchi

(Foto di Francesco Natalucci)
(Foto di Francesco Natalucci)

 

È bello camminare per le strade romane tra opere d’arte, vie che si intersecano, negozi , negozietti, botteghe artigiane, ma che guaio per noi donne se portiamo scarpe con i tacchi a spillo o molto alti come è di moda adesso… la strada diventa un percorso ad ostacoli tra un “sampietrino” e l’altro, dobbiamo camminare quasi in punta di piedi o scegliere un paio di scarpe più adatte al suolo irregolare e a volte scivoloso del lastricato di Roma.

 

(Foto di Luke J.P. Guerri)
(Foto di Luke J.P. Guerri)

 

Negli anni ’50 quando ero bambina e sentivo mia nonna parlare di quanto fosse faticoso camminare a Roma per via dei sampietrini, non riuscivo bene a capire che cosa volesse dire. Per me non c’era differenza tra una strada asfaltata ed una un po’ sconnessa (anzi era più divertente!).
Adesso capisco!
Ma perché sampietrini? In fondo è un tipo di pavimentazione che con qualche differenza si trova in altre città d’Italia e d’Europa: si poteva chiamarlo acciottolato o pave’ come in altre parti.
In realtà, questi caratteristici blocchetti di basalto di diversi tipi e dimensioni che costituiscono buona parte del pavimento capitolino, esistenti anche in una Roma più antica, furono ripristinati nel 1725 proprio in Piazza San Pietro. Il prefetto ed economo della Fabbrica di San Pietro, dopo aver valutato le pessime condizioni della piazza medesima in cui la carrozza del Papa aveva rischiato di ribaltarsi, decise di chiamare i Sampietrini (operai addetti alla manutenzione dell’area vaticana e più specificatamente i selciaroli addetti alla posa in opera dei blocchetti).

 

(Foto di Alessio Proietti)
(Foto di Alessio Proietti)

 

Da allora per tutti i romani e non solo, i blocchetti di basalto sono chiamati sampietrini. Vengono ritenuti forse con eccessivo campanilismo tipici di Roma e anche i turisti li considerano talmente unici che con sempre maggiore frequenza li trafugano come souvenir.
Se da un lato i turisti quindi apprezzano i sampietrini al punto da portarli con sé come ricordo di un viaggio a Roma, dall’altro spesso durante le manifestazioni vengono usati in modo scellerato come armi improprie contro le forze dell’ordine.
I sampietrini ormai sono, nel bene e nel male, parte integrante della nostra città: lasciamoli al loro posto affinché svolgano la funzione per la quale sono stati designati!

 

[ Articolo originale su languageandthecity ]