Il Manifesto-Appello ad Alemanno per la tutela di Via Nazionale

Sampietrino © ph Valentina Cinelli

MANIFESTO/APPELLO
PER LA DIFESA DEL SAMPIETRINO DI VIA NAZIONALE


AL SINDACO DI ROMA GIANNI ALEMANNO
ED ALL’ASSESSORE AI LAVORI PUBBLICI FABRIZIO GHERA

In occasione dell’inizio dei lavori di manutenzione straordinaria di Via Nazionale, che in una prima fase si occuperanno della sistemazione dei cavidotti sottostanti, risalenti agli anni ’20/’30, e la realizzazione di alcune camere d’ispezione in corrispondenza degli incroci di Via Nazionale con le strade adiacenti, il Comitato “DIFENDO IL SAMPIETRINO”, in considerazione dell’insediamento della nuova Amministrazione capitolina, rivolge questo “Manifesto/Appello” al neo Sindaco di Roma Gianni Alemanno, ed al neo Assessore ai Lavori Pubblici, Fabrizio Ghera, per la difesa del sampietrino di Via Nazionale.

Considerato che:

  1. La seconda fase dei lavori di manutenzione straordinaria di Via Nazionale consisterà nella sistemazione della pavimentazione ormai lasciata in abbandono dal 1994. Il rischio è, come voluto dalla precedente Giunta capitolina, che vengano definitivamente smantellati i sampietrini e sostituiti con una pavimentazione in conglomerato bituminoso (asfalto) perché, motivazioni di ordine tecnico, essi non sono adatti alle vie di alto scorrimento poiché non reggono il peso del traffico veicolare.

  1. Le motivazioni addotte sono state più volte confutate da tecnici ed esperti di fama internazionale che hanno affermato esattamente il contrario, cioè che i sampietrini, delle giuste dimensioni (12x12cm. di testa, 18cm di altezza, 7x7cm di coda), se montati “a regola d’arte”, con una corretta dimensione dei giunti e con una sigillatura per così dire “elastica”, in modo da permettere piccoli spostamenti prodotti dalle sollecitazioni indotte dai pneumatici, risultano avere una eguale, se non maggiore, capacità di resistenza al traffico rispetto all’asfalto.

  1. Per le strade di traffico intenso, come Via Nazionale, l’allettamento dei sampietrini viene realizzato su di un massetto in Cls armato con rete elettrosaldata e che questa soluzione, spesso considerata migliore, in quanto eviterebbe cedimenti differenziali tra le parti sollecitate dal traffico, comporta però un’amplificazione delle vibrazioni prodotte dai mezzi pesanti trasmettendole agli edifici più prossimi, in quanto il massetto, elemento rigido, viene realizzato in aderenza ai fabbricati.

  1. Differentemente, l’allettamento in arena consente piccoli spostamenti degli elementi durante il passaggio dei veicoli, permettendone, con un meccanismo tipo pendolo rovescio, la riassunzione della posizione di equilibrio originaria, ed attutendo la distribuzione delle tensioni agli elementi adiacenti, eliminando, in questo modo, il problema delle vibrazioni, come avviene per esempio in Via Petroselli in cui gli edifici non subiscono alcun tipo di sollecitazione.

  1. Per ciò che riguarda la presenza di buche ed avvallamenti sui selciati, i risultati di una ricerca pubblicata, effettuata dall’Università di L’Aquila, hanno dimostrato la stretta correlazione tra degrado delle pavimentazioni storiche (in termini di avvallamenti e cedimenti) con il numero dei sottoservizi impiantistici presenti e con le discontinuità profonde del sottofondo delle pavimentazioni, poiché l’elevata presenza di sottoservizi favorisce il dissesto delle pavimentazioni a causa dei lavori legati all’apertura della trincea ed alle successive operazioni di ripristino della pavimentazione, e che questo problema accomuna sia le pavimentazioni in sampietrino sia in asfalto.

  1. La prima fase dei lavori di manutenzione straordinaria di Via Nazionale consisterà proprio nella sistemazione dei cavidotti e nella realizzazione di camere d’ispezione. Questi lavori dovrebbero ridurre, se non azzerare, la necessità di scavi “a macchia di leopardo” per la manutenzione delle utenze (luce, acqua, gas e telecomunicazioni) diminuendo sensibilmente così il degrado della pavimentazione derivante da tali interventi.

  1. L’unico fenomeno prodotto, al lungo andare, dall’attrito radente provocato dai veicoli sul selciato, consiste nell’arrotondamento della testa dei selci e non in un loro dissesto.

  1. La mancata opera di manutenzione ordinaria, che nel caso di Via Nazionale non viene effettuata da più di dieci anni, produce sulle strada i dissesti che i cittadini ben conoscono.

  1. La pavimentazione in selci ha bisogno di una manutenzione più dilazionata nel tempo rispetto all’asfalto che, a sua volta, necessita di interventi più frequenti senza i quali non garantirebbe una corretta funzionalità.

  1. Il sampietrino è sicuramente un elemento costruttivo molto più ecologico rispetto al conglomerato bituminoso, poiché permette di “lasciar respirare il terreno” grazie agli spazi tra un blocco e l’altro e, sottoposto a calore intenso, non rilascia pericolosi fumi nocivi per la salute, in quanto costituito esclusivamente da pietra naturale (leucitite melilitica quello tipico romano, di porfido rosa quello di Via Nazionale) derivante direttamente dalle cave.

  1. La pavimentazione in sampietrini ci parla innanzitutto della geologia e della storia del territorio su cui è fondata Roma. I selci romani sono infatti frammenti di quella lava, effusa dall’antico Vulcano Laziale dei Colli Albani, che è stata spaccata a colpi di mazza dai selciatori in pezzi di varie forme e dimensioni e disposta dai selciaroli sulle sedi stradali romane.

  1. La pavimentazione in selce, a Roma, esiste dall’epoca Repubblicana ed Imperiale, da quando si incominciò a pavimentare le strade più importanti con pezzi di forma pentagonale e di grandi dimensioni (i basoli), per proseguire in epoca Medioevale e Rinascimentale con elementi più piccoli di forma irregolare, simili a scaglie di selce, più facili da trasportare e maneggiare.

  1. Il sampietrino, come ribadito da molti esponenti del mondo culturale, rappresenta per quanto detto finora la “faccia orizzontale” della città e, parimenti alle facciate degli edifici storici, va tutelato come un bene storico ed architettonico, come già previsto dalle disposizioni della legge n. 1089 del 1939 che prevedevano, fra l’altro, la conservazione nei centri storici delle pavimentazioni originarie, ai sensi del D.L.vo n. 42 del 22 gennaio 2004 (Codice dei Beni culturali e del paesaggio).

Alla luce delle seguenti considerazioni, il Comitato “Difendo il Sampietrino” chiede al neo Sindaco di Roma Gianni Alemanno, da sempre sensibile
alla difesa della memoria storica di Roma e della sua identità culturale, di tutelare la tipica ed unica pavimentazione in porfido rosa di Via Nazionale, sua caratteristica principale, in quanto “faccia orizzontale” della città e perciò, parimenti alle facciate degli edifici storici, da salvaguardare come un bene storico ed architettonico; ed al neo Assessore ai Lavori Pubblici, Fabrizio Ghera, un incontro in cui discutere insieme ai tecnici del Comitato ed a quelli del Comune per valutare l’opportunità e la fattibilità di mantenere l’attuale pavimentazione, giustamente rinnovata e risistemata.

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Hanno aderito al “Manifesto/Appello”:

Prof. Arch. Paolo Marconi
(architetto e restauratore, professore ordinario di Restauro presso l’Università Roma Tre)

Prof. Arch. Giorgio Muratore
(architetto, professore ordinario di Storia dell’Architettura Contemporanea presso l’Università “La Sapienza”)

Prof. Arch. Paolo Portoghesi
(architetto, professore ordinario di Progettazione presso l’Università “La Sapienza”)

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e le Associazioni:

Italia Nostra
Agenzia per la Città
Associazione abitanti tutela e
valorizzazione del Centro Storico
Associazione Romana dei Cittadini
Ricominciamo da Trevi
Associazione Tridente Centro Storico
Associazione Via Merulana per l’Esquilino ed i Rioni
Comitato per il Tevere
Comitato residenti Via Nazionale e dintorni
Sampietrino.it

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