Via Nazionale dimenticata

Sampietrino © ph Valentina Cinelli

fonte: iltempo.it
di Susanna Novelli

Via Nazionale dimenticata
Un destino «maledetto», quello di via Nazionale. Sono quasi quindici anni che si stilano progetti per la sua riqualificazione, eppure è sempre lì con i suoi avvallamenti, le buche, i sampietrini divelti e quel senso di degrado e di abbandono che feriscono ancora di più alzando lo sguardo sui negozi griffati, i grandi alberghi e lo splendido Palazzo delle Esposizioni, ristrutturato e inaugurato in pompa magna il 28 settembre scorso.

L’impasse che ha ridotto via Nazionale a un colabrodo e che la rende una delle strade più pericolose della città, soprattutto per pedoni e centauri, è incominciata a metà degli anni Novanta, quando il progetto del Tram 8 che prevedeva la tratta su binari dal Casaletto alla stazione Termini passando per via Nazionale, si bloccò a largo Argentina per mancanza di fondi e per il Giubileo che si faceva sempre più vicino. Il tram venne inaugurato il 21 marzo del 1998 e da allora è incominciata un’estenuante attesa (o un valido alibi) per il via libera al prolungamento della linea tranviaria alla stazione Termini e dunque per gli agognati lavori di riqualificazione di via Nazionale, legati a doppio filo al destino di quel tram. Dieci anni di attesa, nei quali si sarebbe potuto procedere almeno a una rimessa a punto dei sampietrini, come è stato fatto di recente per piazza Venezia. E invece, solo annunci e parole che a cicli alterni hanno spaccato l’opinione pubblica in una faida senza precedenti sull’opportunità o meno di togliere i sampietrini: residenti, commercianti, storici, ingegneri e architetti ripercorrevano la storia del «sercio»
capitolino elevandolo a simbolo dell’identità romana da una parte, centauri, automobilisti e molti esponenti politici che premevano per togliere il sampietrino, una pietra incapace di sostenere un traffico veicolare che
conta 1.852 corse di autobus al giorno. Un girotondo di parole che ha riempito le pagine delle cronache cittadine ogni volta che si parlava di un progetto di riqualificazione per via Nazionale.
Poi la svolta. Il 19 marzo, il commissario straordinario del Comune di Roma, Mario Morcone, annuncia l’avvio dei lavori per il 26 marzo. Con tanto di piantina per le deviazioni del traffico, spiegata dal comandante dei vigili urbani, Angelo Giuliani. La «vacatio» politica del Campidoglio sembrava l’occasione ideale per far partire intanto i lavori delle gallerie dei sottoservizi. E già, perché in pochi sanno che sotto via Nazionale passano migliaia di cavi idrici, elettrici e delle telecomunicazioni, in condizioni di assoluta pericolosità. Le gallerie risalgono alla metà dell’Ottocento e gli interventi strutturali si sono praticamente fermati a quel periodo.
Sembrava risolta così la decennale questione che ha paralizzato ogni tipo di progetto e reso la strada impraticabile in condizioni di sicurezza. E invece no. Come un sortilegio che si fa beffa di una delle vie più importanti del centro storico della Capitale, i lavori non sono mai partiti e c’è già chi torna a parlare dell’opportunità di prolungare il tram 8 fino a Termini, passando ovviamente per via Nazionale. Il girotondo delle parole sembra così rimettersi in moto, ora con il tram poi certamente con il sampietrino. Intanto, le buche e gli avvallamenti si fanno sempre più grandi e pericolosi. Chissà se dovranno passare altri dieci anni di parole prima di passare ai fatti.