Perché Roma continui ad essere “lastricata di cultura”

Sampietrino © ph Valentina Cinelli

Italia Nostra
Roma, 19 aprile 2007

Roma è, dall’età di Sisto V ad oggi, caratterizzata dalle pavimentazioni a selci, non a caso identificate ovunque col nome di “sampietrini”. Il Comune, Sindaco Nathan in testa, ha storicamente dedicato ad essi attenzione (per forniture e tecniche di montaggio, attraverso delibere e precisi capitolati tecnici) e risorse ininterrotte. Con un’attenzione particolare per la più meticolosa manutenzione: quella che -di recente- è mancata, travolta da infiniti interventi sui sottoservizi, malamente richiusi ad asfalto.

Oggi, con argomentazioni parziali o fuorvianti, si vuole convincere l’opinione pubblica della loro incompatibilità con la “modernità” e la “sicurezza” e cancellare, con la banalità dell’asfalto, il carattere originale degli spazi pubblici della città. Ed è singolare che il Sindaco che ha lanciato nel 2005 l’idea di “sostituire con l’asfalto i sampietrini nelle strade del centro storico” sia lo stesso che, nel 1997, presentava -quale Ministro- un disegno di legge per le città storiche, in cui era forte e continuativo il riferimento all’identità urbana, e in particolare alle pavimentazioni, lette come momento di specifica caratterizzazione. Nessuno ha abrogato la Carta del Restauro che, diventata circolare ministeriale, impone alla stessa Amministrazione la conservazione rigorosa di tutti gli elementi che definiscono “l’organismo del centro storico”: in più, nel 2004 il Codice dei Beni Culturali ha incluso fra i beni culturali proprio le piazze e le strade di interesse artistico o storico.

Le forme tradizionali delle pavimentazioni, e specie a Roma capitale, costituiscono il connotato essenziale di questi spazi, la cui tutela è responsabilità diretta anche della Soprintendenza statale. Che proprio in questi giorni, a Napoli, ha saputo contrastare un analogo progetto della Amministrazione comunale.

Possibile che si scelga di privarsi, attraverso una soluzione apparentemente meno impegnativa, di quanto necessita invece solo di manutenzione e restauro?

Karl Kraus in un suo aforisma osservava che Vienna è lastricata di cultura, le altre città sono pavimentate di asfalto. A Roma non si addice il ruolo delle “altre città”.

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