La crociata in difesa dei sampietrini

Sampietrino © ph Valentina Cinelli

di Davide Desario
da Il Messaggero Cronaca di Roma del 23.09.2005

«Questa Giunta comunale dimostra di non sapere fare la manutenzione stradale e perciò ci aspettiamo un doveroso e forte intervento da parte del Ministero dei Beni Ambientali e Culturali e delle Soprintendenze». A parlare Pietro Giubilo, consigliere regionale del Lazio nelle fila dell’Udc ma soprattutto ex sindaco di Roma, che contesta la decisione del Comune di rimuovere i selci da alcune strade della Capitale. «A suo tempo, nel periodo in cui feci prima l’assessore ai lavori Pubblici e po il sindaco di Roma – racconta Giubilo – ci trovammo ad affrontare una città completamente sconvolta dalla metanizzazione. Soprattutto il centro storico ne soffriva, con intere strade pavimentate dì sampietrini totalmente scoperchiate. Eppure riuscimmo a mantenere l’assetto caratteristico del Centro svolgendo inoltre la normale manutenzione stradale. Cosa di cui evidentemente non sono oggi capaci». In difesa del sampietrino anche Italia Nostra: «E’ dovere di un’amministrazione pubblica coinvolgere i cittadini nelle sue scelte- dice Gemma Umani Ronchi, consigliere di Italia Nostra, con delega per il centro storico – Tutto ciò vale ancora di più per un simbolo come quello rappresentato dai sampietrini sui quali ribadisco
la necessità della creazione di una scuola di maestranze specializzate per la loro manutenzione e messa in posa».
Di parere opposto Marcello Aranci, presidente della consulta sulla sicurezza stradale istituita nel 2004 dal presidente della Provincia Gasbarra: «Il tema – scrive Aranci in una lettera al sindaco Veltroni – è sicuramente di grande interesse per tutti i cittadini, ma sostanziale per il quasi milione di romani che utilizzano le due ruote per i propri spostamenti. Sono troppi i moto-cicloscooteristi che possono raccontare di aver vissuto un episodio di pericolo sul sampietrino. Abbiamo il dovere di impedire che si verifichino condizioni di rischio». E aggiunge: «Non vedo un’azione che mira a sottrarre a Roma storia e fascino ma la trovo una scelta, coerente, tesa al rispetto della qualità, della vita, «sicuramente della vita stessa delle diverse migliaia di romani che si muovono sulle due ruote e non solo».